Solferino 2024: un percorso di Umanità all’insegna del motto «Tutti Fratelli»

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Il volontariato, nelle sue diverse forme, è un orgoglio del nostro Paese, trasmette energia preziosa; i valori che esprime sono parte della cultura e della stessa identità del nostro popolo»

Ogni anno Solferino diventa il punto nevralgico per il Movimento Internazionale della Croce Rossa che si incontra con il desiderio di celebrare quella benevolenza che – nelle ore drammatiche che seguirono i combattimenti lungo i sentieri che da Solferino portano a Castiglione delle Stiviere – aveva spinto Henry Dunant e gli abitanti di Castiglione, soprattutto le donne, a prestare soccorso sia alla popolazione civile sia ai soldati italiani, francesi e austriaci, senza fare distinzione di nazionalità. Solferino è quel «percorso d’umanità», come ha amato definirlo il Presidente Nazionale Rosario M.G. Valastro, in cui fiaccole di paesi diversi si accendono vicendevolmente rappresentando e alimentando il fuoco dell’aiuto reciproco, della cooperazione tra nazioni, dell’uguaglianza e del rispetto tra i popoli.

È quel viaggio in cui si compie il motto di Dunant «Tutti fratelli» rinnovandosi e riempiendosi di significati sempre più attuali e più nuovi. Solferino è dove si incontrano il sostegno, i sorrisi, i saluti e la gratitudine degli abitanti nei confronti degli Uomini e delle Donne di Croce Rossa di ogni paese impegnati a percorrere quel tragitto di solidarietà e fratellanza illuminato da fiaccole che nella loro semplicità racchiudono un senso profondo in quanto simboli di memoria e di speranza.

Solferino significa presa di coscienza di una missione universale. Ha ribadito il Presidente Nazionale Valastro appellandosi all’imprescindibilità del Diritto Internazionale Umanitario: «Un dato che deve essere acquisito è che gli operatori sanitari e le strutture sanitarie non sono un bersaglio come non lo è la popolazione civile. Questo dato purtroppo continua a essere messo in discussione, come nella tragica situazione a Gaza, facendo sì che si raddoppino in maniera sconsiderata le sofferenze di ogni essere umano».

Ospite d’onore, il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella che ha aperto il suo discorso ricordando il momento storico da cui la vicenda di Croce Rossa ebbe inizio, ossia la Seconda Guerra di Indipendenza (1859), «in cui oltre trecentomila soldati di tre diversi eserciti combatterono sulle colline e sulle campagne, […], e il numero dei feriti, dei morti e dei corpi rimasti senza nome fu di molte decine di migliaia. Il cammino da Solferino, che fu centro dello scontro armato, a Castiglione delle Stiviere fu di sofferenza, di angoscia e di speranza per migliaia di feriti». Il Presidente Mattarella ha poi proseguito il suo intervento soffermandosi sul valore intrinseco del volontariato inteso come espressione della responsabilità quotidiana e impegno del vivere civile: «Se è vero che nelle guerre c’è sempre qualcuno più responsabile nell’averle scatenate, e queste responsabilità non possono essere taciute, è vero che le vittime sono uguali nella loro umanità, nel dolore atroce che sono costrette a sopportare. Le vittime sono tutte uguali. Il volontariato, nelle sue diverse forme, è un orgoglio del nostro Paese, trasmette energia preziosa; i valori che esprime sono parte della cultura e della stessa identità del nostro popolo. Questo è il carattere dell’Italia, ampiamente diffuso nella concreta vita quotidiana ed è quel che la rende, in conformità alla sua storia, un Paese di grande civiltà contro cui stridono gravi ed estranei episodi e comportamenti come quello avvenuto tre giorni fa quando il giovane Satnam Singh, lavoratore immigrato, è morto vedendosi rifiutati soccorso e assistenza».

Da qui il via alla tradizionale fiaccolata attraverso quei luoghi che – da Solferino a Castiglione delle Stiviere – sono stati testimoni di sofferenza e di morte ma soprattutto di condivisione, fratellanza e umanità e da cui ebbe inizio una delle pagine più importanti della storia umanitaria.

Solferino è un’esperienza particolare e personale di cui difficilmente ci si scorda una volta che la si è vissuta. E il Comitato di San Donato Milanese lo sa molto bene. Passano gli anni, passano le persone ma i principi e i valori di Croce Rossa non solo restano sempre gli stessi, ma vengono tramandati di generazione in generazione mantenendosi costantemente vivi e saldi. «Quelli vissuti a Solferino sono momenti che fanno rivivere pienamente il senso e lo spirito di Croce Rossa e soprattutto ci permettono di comprendere meglio quanto il nostro Movimento può fare per dare ascolto e voce a chi non ne ha e riportare insieme l’Umanità al primo posto» dichiara il Presidente del Comitato sandonatese Mauro Turrini. La fiaccolata di Solferino resta un momento speciale soprattutto per i volontari che l’hanno vissuta per la prima volta come Giovanni: «per me è stata un’occasione per conoscere altra gente, soprattutto di altri paesi. Solferino è un mondo molto ampio racchiuso in una sola immagine, quella della fiaccola, simbolo di vita e di calore umano. È fuoco che scalda e che non distrugge. Le parole del Presidente Nazionale Rosario M.G. Valastro e del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella mi hanno riempito il cuore di entusiasmo e di orgoglio. Spero di poter parteciparvi molte altre volte ancora».

 

 

Autore: Vol. Erika Baini

2024-06-24T14:23:28+02:00 24 / 06 / 2024|News|0 Comments